Fragranze floreali, soffici schiume e la solita promessa di una chioma sana e lucente
Ma sai davvero scegliere lo shampoo migliore per te?
Tensioattivi aggressivi, siliconi, paraffine e svariati derivati del petrolio: sono solo alcuni dei componenti di molti shampoo pubblicizzati e commercializzati come rimedi miracolosi per la salute dei capelli.
Come per il cibo, anche in cosmesi l’etichetta è il nostro unico alleato per difenderci da sostanze potenzialmente dannose: riconoscere e imparare a decifrare queste sostanze è il primo passo per fare acquisti consapevoli in equilibrio con il nostro benessere e quello del pianeta.
Anzitutto, è bene sapere che il prezzo è irrilevante per una scelta intelligente, perché non è necessariamente indice di qualità; la pubblicità gioca un ruolo determinante nel posizionamento di prezzo dei prodotti, ma non ha nulla a che vedere con la loro qualità.
Le aziende tendono naturalmente a evidenziare solo gli aspetti migliori del prodotto:
Questa formula esclusiva ridona vitalità ai capelli lisci. Con proteine della seta, allinea le fibre capillari una ad una. I capelli sono setosi, pieni di vitalità e movimento!
Questo è il messaggio pubblicitario che promuove l’uso dello shampoo che stiamo per analizzare.
Scopriamo insieme quali sorprese ci riserva questa etichetta dello shampoo
- Aqua
- Sodium Laureth Sulfate
- Cocamidopropyl Betaine
- Sodium chloride
- Carbomer
- Citric acid
- Dimethiconol
- Disodium EDTA
- Glycerin
- Guar Hydroxypropyltrimonium Chloride
- Hydrolyzed Silk, Paraffinum Liquidum
- Paraffinum Liquidum
- Parfum
- PEG-45M
- Phenoxyethanol
- Silica
- Sodium benzoate
- Sodium hydroxide
- Synthetic Fluorphlogopite
- TEA-Dodecylbenzenesulfonate
- TEA-Sulfate
- Tin Oxide
- CI 77891
- Benzyl alcohol
- Benzyl Salicylate
- Butylphenyl Methylpropional
- Citronellol
- Hexyl Cinnamal
- Limonene
- Linalool
Noto come SLES, è un tensioattivo. Essendo molto economico, l’uso è molto diffuso nell’industria cosmetica nonostante la sua provata aggressività sulla pelle. Lo abbiamo già incontrato nell’articolo dedicato al detersivo per il bucato.
Si tratta di una sostanza sintetica a base petrolifera e non biodegradabile che funge da addensante. Essendo particolarmente economico, è ampiamente utilizzato nei prodotti per la cura e l’igiene personale.
Potrebbe essere sostituito con la xantana o altre gomme simili, ma costerebbero di più per i produttori.
Si tratta di un olio di silicone. Ampiamente utilizzato nei cosmetici e nei prodotti per i capelli, ha un effetto lucidante ma per contro non fa respirare bene pelle e capelli, che tendono a sporcarsi anche più velocemente: occlude i pori, quindi, e favorisce la formazione di acne e punti neri. Non è biodegradabile.
Si tratta di un composto che biodegrada molto lentamente; è ampiamente utilizzato anche nei prodotti alimentari, in medicina e nella cosmesi in generale per placare gli effetti dannosi dei metalli pesanti sulla salute.
Come possiamo immaginare, il massiccio utilizzo rende questa sostanza altamente inquinante e non indispensabile: potrebbe essere sostituito con semplice acido citrico.
Si tratta di una miscela di idrocarburi solidi, ricavata dal petrolio.
Regala un ingannevole effetto idratante, ma in realtà ostruisce i pori e non permette alla pelle di respirare. Assolutamente da evitare.
Se trovate questa dicitura in etichetta, si tratta di profumazioni di origine sintetica (quando vengono utilizzati ingredienti naturali i produttori hanno interesse a specificarlo).
Possono causare irritazioni e allergie nonché problemi respiratori e possono avere effetti negativi sul sistema riproduttivo.
Il numero che segue la sigla indica gli ossidi di etilene attaccati al composto di base.
Sono composti sintetici, di derivazione petrolifera, molto inquinanti.
Nel caso dello shampoo, è utilizzato per le proprietà schiumogene.
Sarebbe preferibile scegliere prodotti con un PEG seguito da un numero basso.
Il grado di pericolosità è relativo alla quantità in cui queste sostanze vengono assunte; purtroppo l’uso diffuso di queste sostanze rende l’esposizione quotidiana alta e difficile da controllare per persone non esperte.
Ad ogni modo, i cosmetici bio non ne contengono.
Di solito abbinato ai parabeni, può essere considerato sicuro per l’uso cosmetico entro le concentrazioni consentite. Tuttavia, l’uso diffuso di queste sostanze rende l’esposizione quotidiana alta e difficile da controllare per persone non esperte; quindi consigliamo di scegliere prodotti che non contengono fenossietanolo.
Definito anche mica di fluoro sintetico, è un agente in grado di aumentare la viscosità. Guadagna il bollino rosso perché non è biodegradabile e quindi risulta altamente inquinante.
Qui parliamo di tensioattivi molto pericolosi, peraltro vietati in molti paesi del mondo (ma non in Italia, dove sono ampiamente utilizzati).
Combinati con altre sostanze, questi tensioattivi possono liberare nitrosammine e rivelarsi cancerogeni.
Nel migliore dei casi, possono causare acne sul viso e forfora sulla cute.
Un altro tensioattivo. Elevate concentrazioni possono causare disidratazione di pelle e capelli. Risulta inoltre essere altamente irritante.
Si tratta di un conservante presente naturalmente in alcune piante. Dato che l’estrazione risulta essere piuttosto costosa, viene sostituito con il corrispondente sintetico. Inibisce la crescita di batteri e funghi nei cosmetici.
Utilizzato come fragranza, questo componente può causare allergie e dermatiti da contatto. Risulta essere un interferente endocrino. In alcuni casi è ammesso nei cosmetici bio, ma solo quando non è di provenienza sintetica.
Un’altra fragranza allergenica altamente sensibilizzante.
Altamente sensibilizzante, rientra nell’elenco delle 26 sostanze profumate potenzialmente allergizzanti.
Sono fragranze naturali o sintetiche allergizzanti. Sconsigliato l’uso per pelle particolarmente sensibile o atopica.
Conclusioni
I capelli come la pelle, possono rivelare lo stato di salute di una persona.
I disturbi dei capelli e del cuoio capelluto indicano spesso carenze alimentari, stress e cattive abitudini , incluso come l’utilizzo inconsapevole di prodotti aggressivi.
Anche per avere capelli sani e lucenti l’alimentazione è fondamentale: la carenza di vitamina A può essere la causa dei capelli secchi, mentre la carenza della vitamina B5 sembra favorire l’ingrigimento dei capelli.
Ricordiamo la regola generale: gli ingredienti in etichetta sono elencati in ordine decrescente; di conseguenza il primo ingrediente è quello presente in quantità maggiore e così via. Se nei primi 5 trovate 2 o più sostanze sospette, cercate un prodotto migliore.
Lo shampoo che abbiamo appena analizzato promette una chioma liscia come la seta: vitale, lucente e facile da districare; purtroppo l’effetto è solo apparente, ed è ottenuto solo grazie all’uso eccessivo di siliconi e tensioattivi che invece di curare tendono a nascondere gli inestetismi, contribuendo inoltre a indebolire ulteriormente i capelli e sensibilizzare la cute causando prurito e forfora.
Naturalmente è preferibile scegliere uno shampoo bio, ma anche in questo caso è bene leggere l’etichetta, perchè la dicitura “bio” è di gran moda ultimamente e potrebbe trattarsi di un falso bio; almeno il 95 % degli ingredienti di un buon prodotto deve essere biologico.
Una valida alternativa è lo shampoo solido: è relativamente economico, semplice da usare e dura tantissimo. Fra le altre cose, è amico dell’ambiente perché consente un clamoroso risparmio di plastica.
Se poi siete appassionati del fai da te, potete divertirvi nella preparazione di uno shampoo autoprodotto efficace, economico e fatto in casa con pochi ingredienti.
Segui la nostra rubrica Hai letto l’etichetta per capire bene cosa c’è scritto sulle etichette dei prodotti che utilizzi tutti i giorni.