Continua la nostra rubrica periodica sulle etichette: oggi lasciamo quelle alimentari per conoscere meglio i prodotti in commercio per l’igiene orale.
Gli alimenti non sono gli unici prodotti soggetti alle rigide regole per la trasparenza e la tutela del consumatore; per nostra fortuna anche gli articoli che hanno a che vedere con la cura della persona devono riportare sull’etichetta tutti i componenti utilizzati per la produzione del prodotto.
Oggi quindi conosciamo meglio il dentifricio, perché a meno che non decidiamo di prepararlo in casa con ingredienti naturali, siamo costretti a sceglierlo fra gli scaffali del supermercato fra decine e decine di proposte.
La maggior parte dei dentifrici in commercio, è bene saperlo, contengono dolcificanti artificiali, zuccheri e agenti sbiancanti sintetici che pur garantendo risultati apparentemente soddisfacendo sul momento, a lungo andare possono danneggiare lo smalto dei denti e le gengive.
Le malattie del cavo orale sono strettamente legate agli stili di vita igienici e alimentari, perciò la scelta del dentifricio è molto importante, specialmente per i bambini che possono ingerirne dei residui.
Conosciamo i componenti più frequenti riportati sull’etichetta del dentifricio
Abbiamo ormai appreso che il primo ingrediente della lista è quello presente in quantità maggiore, mentre tutti gli altri sono elencati in ordine di percentuale decrescente.
10 ingredienti da evitare nella scelta del dentifricio giusto
- Sodium Lauryl Sulfate. Indicato con la sigla SLS: è un tensioattivo altamente schiumogeno. Potenzialmente cancerogeno, irritante, prolunga il tempo di guarigione delle afte. Sodium Laureth Sulfate, indicato con la sigla SLES: è un tensioattivo economico e molto irritante ma più tollerabile del SLS. Sarebbe opportuno evitarlo: pensate che non è consentito neanche come pesticida nell’agricoltura biologica.
- Glicole Propilenico. Noto antigelo, è un ingrediente altamente tossico, irritante per la pelle, gli occhi e le mucose.
- La dietanolammina. Indicata con la sigla DEA: Funge da emulsionante, donando al prodotto un aspetto morbido e cremoso; peccato che sia potenzialmente cancerogeno.
- Fluoruro di sodio. Si tratta del sale di sodio dell’acido fluoridrico ed è un ingrediente comune dei veleni per topi e scarafaggi, degli anestetici, dei farmaci psichiatrici (Prozac) e molto altro. Controindicato specialmente per i bambini, perché può danneggiare lo smalto dei denti.
Se presente in eccesso, può addirittura accumularsi nelle ossa e renderle più fragili. - Aspartame e saccarina. Sono utilizzati per dolcificare ma risultano potenzialmente cancerogeni.
- Polietilenglicoli. Indicati con la sigla PEG: sono tensioattivi potenzialmente tossici ed estremamente inquinanti.
- Triclosan. Tossico per l’uomo e molto inquinante; nel dentifricio ha funzione antibatterica e risulta molto efficace contro placca e gengiviti; per contro però causa disturbi al sistema endocrino, resistenza agli antibiotici, ed è potenzialmente cancerogeno.
- Glicerina e sorbitolo. Sono agenti umettanti, che trattengono l’acqua evitando che il prodotto si secchi. Non sono tossici ma possono favorire la carie.
- PVP (polivinilpirrolidone). Materiale polimerico utilizzato anche nei pesticidi. È particolarmente velenoso per la vita acquatica.
- Ci 77891 – E 171 – (Titanium Dioxide).
Serve a migliorare il colore dei prodotti, ma è cancerogeno. L’occhio vuole la sua parte, ma in questo caso a un prezzo troppo alto.
13 ingredienti che possiamo tollerare quando compriamo il dentifricio
- Calcium Carbonate. È un sale ternario, è sicuro e la legge non prevede un limite massimo di utilizzo. L’abrasivo impiegato per i dentifrici possiede caratteristiche che non rischiano di graffiare i denti durante l’uso.
- Xylitol. Lo xilitolo sembra prevenire le carie.
- Maris Sal. Il sale marino naturale non raffinato contiene cloruro di sodio, altri minerali e oligoelementi come magnesio, potassio, calcio e selenio.
- Xanthan Gum, (gomma di xantano). È uno zucchero prodotto da un batterio, serve a dare consistenza al prodotto.
- Disodium Cocoyl Glutamate. È un tensioattivo anionico secondario di origine vegetale.
- Sodium Cocoyl Glutamate. È un tensioattivo anionico secondario di origine vegetale.
- Limonene. È un terpene presente soprattutto nelle foglie degli agrumi.
- Linalool. È un terpene dal profumo floreale che si trova principalmente nella lavanda e nel bergamotto.
- Eugenol. È un composto che si estrae dall’olio essenziale di cannella o di garofano.
- Hydrogenated Starch Hydrolysate. È il prodotto di un procedimento di idrogenazione dallo sciroppo di glucosio. Non è cancerogeno.
- Silica. È un agente abrasivo; riesce a rimuovere il tartaro e a rendere i denti più bianchi. Potrebbe alterare l’equilibrio acido nella bocca e danneggiare lo smalto dei denti. Lievemente tossico.
- Trisodium phosphate. Composto chimico prodotto in massa, è disponibile a prezzi molto bassi ed in grandi quantità. Un eccesso di fosforo potrebbe provocare una carenza di calcio. Tollerato.
- Mica. È un minerale presente in alcuni dentifrici che sfruttano il leggero effetto abrasivo per la pulizia della superficie dei denti. Viene raccolto dai bambini Indiani.
Consigli
Evitate di comprare dentifrici terapeutici: anche se oramai si trovano facilmente nei supermercati andrebbero prescritti da un esperto.
E ricordate, non basta guardare il bollino verde, perchè non sempre è garanzia di un prodotto naturale.
Il prezzo è in parte un indicatore valido: varia dai 4.50 ai 7.00 euro per un buon prodotto.
Alternativamente puoi divertirti a preparare il tuo dentifricio fatto in casa seguendo la nostra ricetta.
E ora … Dentifrici a confronto, prova a scegliere!
Segui la nostra rubrica Hai letto l’etichetta per capire bene cosa c’è scritto sulle etichette dei prodotti che utilizzi tutti i giorni.