La giornata mondiale dell’acqua ci ricorda il valore delle cose per noi scontate
Il 22 marzo, è la giornata mondiale dell’acqua, istituita nel 1992 dall’ ONU durante la conferenza di Rio, per ricordare l’importanza di questo bene primario e della gestione responsabile. La giornata mondiale dell’acqua rappresenta un momento di riflessione e di critica rispetto al fatto che più di un miliardo di persone non hanno accesso all’acqua potabile.
Stimola la riflessione riguardo lo sfruttamento intensivo delle sorgenti da parte di diverse multinazionali a discapito di popolazioni e ecosistemi.
Il tema portante dell’edizione 2020 è legato al rapporto tra acqua e cambiamento climatico. In più di 65 paesi del mondo verranno rinnovate le promesse dell’agenda ONU 2030. In due parole significa che tutte le persone possono trarre beneficio dallo sviluppo sostenibile che, naturalmente, ha come protagonista proprio l’oro blu.
L’acqua, sorgente di vita, è l’elemento più presente sul nostro pianeta.
La giornata mondiale dell’acqua vuole stimolare la riflessione sul fatto che questo elemento indispensabile per la vita, in molti Paesi del mondo, rimane ancora un privilegio di pochi. Una persona su tre è senza acqua potabile, come sempre le gravi conseguenze vengono pagate dai Paesi poveri o in via di sviluppo.
Ogni anno si registrano milioni di decessi legati all’inquinamento dell’acqua. Tifo, colera, epatite infettiva, polio e diarrea, secondo recenti studi da parte dell’ Unicef e Unesco, una scuola elementare su quattro non ha servizi di acqua. Si stima che giornalmente oltre 700 bambini muoiono per patologie legate all’inquinamento delle acque.
Uno degli studi più importanti, sullo sfruttamento e l’inquinamento delle acque, e delle conseguenze ad esse correlate, ha rivolto attenzione all’ inquinamento del delta del Niger, in Nigeria. Diverse industrie petrolifere (le famose sette sorelle), hanno inquinato, distrutto e devastato, con la compiacenza di politici locali corrotti, l’intero Delta.
Ciò ha determinando la scomparsa di risorse idriche e tutto ciò che ne consegue. Acqua non potabile, distruzione delle aree agricole e la scomparsa della pesca hanno fatto si che migliaia e migliaia di Nigeriani hanno dovuto lasciare le loro terre.
In molti casi migrando nelle città o costretti ad abbandonare la propria patria in cerca di un futuro migliore. Da agricoltori e pescatori, in migranti costretti ad essere qualcosa di diverso rispetto a ciò che avevano il diritto di essere, tutto per il profitto.
Nessuno è immune dalle conseguenze a cui porta l’uso e l’abuso di questo bene
Purtroppo l’inquinamento delle falde acquifere non risparmia neanche coloro che vivono nei paesi industrializzati. Negli Stati Uniti la Nestlè continua a prosciugare riserve idriche senza calcolare le ripercussioni eco – socio – economiche e, soprattutto, senza pensare alle conseguenze sulle popolazioni.
Il problema dello sfruttamento intensivo delle risorse idriche riguarda anche paesi come il Canada o, nella vecchia Europa, paesi come Italia, Francia, Olanda. Insomma nessuno è immune ai disastri che l’ uso indisciplinato dell’ acqua sta causando a livello globale.
E giunto il momento di ripensare al nostro bene più importante, fonte della vita e a cui tutti dovremmo riservare la massima attenzione. Come popolazione siamo chiamati ad una vera presa di coscienza che costringa i nostri governi a dare priorità alla salvaguardia delle proprie risorse idriche con piani di sviluppo e di salvaguardia del patrimonio idrico.
Dove ve ne sia bisogno è bene considerare di stimolare le bonifiche che salvaguardino le falde. Nelle terre inquinate da sversamenti illeciti di rifiuti di ogni genere, vanno considerate le bonifiche.
In diverse zone dell’Italia gli sversamenti illeciti hanno intaccato la purezza delle falde acquifere con un’esposizione al pericolo per la popolazione e tutta la filiera agroalimentare.
Rispettiamo anche una singola goccia d’ acqua poichè per quanto piccola possa essere senza goccia non esisterebbe l’ oceano e non esisteremmo noi.