La fase 2 del Coronavirus: come funzionerà l’Italia quando inizierà questo step importante
Ecco cosa prevede la fase 2 del coronavirus per imprese, filiere, cantieri edili, cartolibrerie trasporti, bar, ristoranti, negozi.
Se i dati ufficiali e la relativa diminuzione dei contagi continua sulla scia del trend positivo di questi giorni, si potrebbe cominciare a pensare alle prime riaperture delle attività.
Le ultime notizie relative alla fase 2, quella in cui, appunto, molti di noi portranno riprendere la regolare attività lavorativa, ci dicono che il governo sta programmando il riavvio del motore produttivo del paese.
Al momento si tratta perlopiù di definire quali gruppi industriali far ripartire: il punto è che le filiere sono strettamente intrecciate fra loro e questo complica, non poco, il programma di re-start.
Ci sarà un’ulteriore proroga dopo il 13 aprile?
Il passaggio dalla fase 1 alla fase 2 per il dopo covid 19, è sicuramente un momento delicato. Le pressioni di Confindustria e delle varie associazioni di categoria non si sono fatte attendere, soprattutto nelle regioni del nord. Il motore produttivo del paese rischia di non avere il carburante necessario alla ripartenza con un rischio enorme sul fronte del lavoro, ma anche in qualità di collante storico che tiene unita la nostra società.
Non si parla ancora di una ulteriore proroga dopo il 13 aprile, ma tutte le corporazioni indicano che il rischio di non riuscire a riavviare le produzioni e tutti i comparti economici sia altissimo.
Il “patto” sociale che ha tenuto in piedi il paese, si è finora basato su una paura fisica dovuta al coronavirus che potrebbe non reggere a lungo se ci fosse un’ulteriore proroga delle chiusure oltre il 13 aprile.
Fino ad oggi la paura ha tenuto tutti buoni buoni ai loro posti, ora l’istinto di sopravvivenza che ci ha tenuto relativamente fermi in tranquillità rischia di diventare una vera minaccia al collante che tiene ferme le basi della nostra società.
Un piccolo ma significativo esempio è la polemica tra gli imprenditori del Nord Italia, che chiedono di ripartire e subito a pieno regime, e vede Confindustria impegnata nelle trattative con il Governo: insomma uno strappo che certo non facilita il piano del governo per la fase 2.
Risulta chiaro che bisogna reinventare il già fragile patto sociale, già messo a dura prova da anni di crisi economica globale. Il rischio è che interessi privati, in nome del già citato istinto di sopravvivenza, prevalgano sul senso comune.
In un paese come l’Italia il rischio è altissimo.
il Covid-19 ci ha messo di fronte ad una nuova realtà economica e sociale, con cui bisognerà convivere, se la nazione vuole sopravvivere, Conte e il Governo per la fase 2 dovranno tenere conto di molteplici fattori, non solo produttivi.
Il procuratore Nazionale Antimafia Cafiero de Raho ha espresso grandi preoccupazioni circa le infiltrazioni mafiose che secondo le informative sono già al lavoro per spartirsi soldi e appalti.
La verità e che gli attuali dati non consentono di prevedere quando si potranno allentare le misure restrittive messe finora in campo come contrasto al coronavirus.
Fase 2, la riapertura a scaglioni a partire dal 13 aprile
L’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio ha prorogato al 13 Aprile il lockdown, ma si ragiona su un prolungamento al 26 Aprile delle restrizioni, con limitate riaperture di filiere produttive necessarie, affinché quelle essenziali non si blocchino del tutto.
Gli esperti del governo stanno lavorando su modelli di ripartenza, schemi e simulazioni che hanno al primo posto il comparto sanitario, seguito da quello industriale, e via via tutto il resto. Quello che è sicuro e che andremo sicuramente incontro ad altre due settimane di transizione prima di partire a pieno con la fase 2.
In che cosa consiste la fase 2 del coronavirus
La fase 2 non è cominciata e non comincerà a pieno, quindi, prima di altre due settimane: l’idea comune su cui sta discutendo il governo prevede una cabina di regia tra governo, opposizioni, Regioni, Comuni, Associazioni di categoria, sindacati e imprese, per pianificare la ripartenza.
L’unica certezza è che le riaperture saranno scaglionate per regioni e, come già detto, non prima di due settimane: aleggia la data del 4 Maggio, ma l’ultima parola spetta sempre al governo. Il premier Conte potrebbe firmare il 13 Aprile il nuovo decreto, confermando le limitazioni personali e autorizzando alcune imprese a riprendere la produzione.
Insomma, la fase 2 comincerà quasi certamente il 26 Aprile, anche contro pareri scientifici che chiedono rigore e chiusure almeno fino alla fine di Maggio.
La fase 2 prevede quindi, a partire dal 26 Aprile, il restart delle aziende meccaniche di supporto al settore agroalimentare, il comparto legato all’acciaio e la regolamentazione delle movimentazioni merci in giacenza nei magazzini.
Ristoranti e bar resteranno ancora chiusi ma con la possibilità di lavorare con l’asporto: le aziende che nel frattempo avranno dotato di tutti gli strumenti di sicurezza i propri dipendenti potranno richiedere di ripartire.
Dal 4 Maggio, se la curva degli infetti continuerà con il trend positivo, cominceranno ad allentarsi le limitazioni personali, ma sempre con le regole che attualmente stiamo seguendo: divieto di allontanarsi dal proprio comune se non per necessità, distanza di sicurezza e uso di guanti e mascherine, con ingressi scaglionato nei pubblici uffici e nei negozi.
Dal 18 Maggio si potrebbe arrivare a qualche allentamento rispetto agli spostamenti ed ad una nuova lista di attività commerciali da far ripartire, sempre in base ai contagi, quindi il tutto cambierà da Regione a Regione. Gli ultimi a poter riaprire saranno bar, ristoranti e luoghi di aggregazione in generale, che dovranno comunque prevedere spazi con distanziamento di almeno due metri tra clienti e dispositivi di protezione per i dipendenti.
La fase 2 del coronavirus in Europa
L’Europa, con i suoi 50.000 morti, comincia a pensare come ripartire con la fase 2. L’Austria è la prima ad annunciare un lento e controllato ritorno alla normalità, previsto per il 14 Aprile. Dietro di lei i paesi nordici, ad eccezione della Svezia partita in ritardo con le limitazioni e chiusure.
La Germania ha programmato una prima ripartenza per il 19 Aprile, ma la curva dei contagi non permette una conferma. In tal senso quindi la data potrebbe prorogarsi di almeno una settimana.
La Spagna e la Francia sono invece orientate al 26 Aprile ma tutto è da confermare. Quello che è certo è che l’Europa appare un organismo che non riesce ad essere compatto, ne è la prova la gestione continentale dell’ emergenza coronavirus, in cui ogni paese si è mosso in autonomia con risultati disastrosi sia dal punto di vista economico che sociale.
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